CULTURA LIBERA TUTTE E TUTTI

RETE DEI CINE TEATRI OCCUPATI

Da diverso tempo nella città di Roma stiamo assistendo ad un fenomeno che merita grande attenzione e una riflessione approfondita.
Si tratta delle cosiddette “occupazioni culturali”, nate all’interno dei numerosi cinema e teatri chiusi , abbandonati al degrado e al forte rischio di speculazione; la cittadinanza attiva ha scelto di riaprire tali spazi per riqualificarli e per dar loro nuova vita artistica, culturale e sociale.

Queste iniziative, nate dal basso, si pongono in netto contrasto con le scelte politiche delle varie amministrazioni locali che, attraverso lo strumento giuridico della Delibera 168 del 1995, denominata ‘Nuovi Cinema Paradiso’ e con le sue successive modifiche del 2000 e 2005, dietro un’apparente intenzione di “tutelare e conservare la vocazione culturale”di cinema e teatri in disuso, hanno agevolato di fatto la possibilità di cambiare la destinazione d’uso di questi edifici a favore del profitto dei privati e permettendo in molti casi la distruzione di importanti patrimoni architettonici e culturali. Ecco come hanno potuto materializzarsi, per esempio, alcune enormi sale Bingo nei nostri quartieri, privando quei territori di luoghi di socialità e cultura e, al tempo stesso, esprimendo e diffondendo una povertà socio-culturale allarmante.

L’occupazione di questi luoghi, oltre a garantire simbolicamente un presidio contro i tentativi di speculazione, ha restituito alla città dei beni comuni, attraverso la riapertura e la possibilità di vivere, al loro interno, percorsi di riqualificazione e di attivazione di un modello culturale differente, alternativo, alieno alle logiche commerciali, capace di sviluppare pensiero critico ed indipendente.

Dall’incontro di varie esperienze di lotta è nata l’idea di fare “rete” tra diverse occupazioni culturali. L’obbiettivo comune è sia quello di fronteggiare con determinazione l’eventualità di uno sgombero, sia quello di costruire un modello culturale alternativo di città e di società, attraverso percorsi di partecipazione e democrazia diretta.

Questo modello culturale rappresenta anche un nuovo modo di vivere la metropoli che si pone in contrasto con i fenomeni di disgregazione ed atomizzazione sociale e diviene motore di uno sviluppo sano dei territori, a partire dalla partecipazione diretta dei cittadini.

Allo stesso modo, costruire un’altra cultura appare sempre più necessario per smettere di pagare il prezzo di una crisi di cui non siamo responsabili; per costruire un’ alternativa alla precarietà dentro la quale vorrebbero far precipitare le nostre vite, riconquistando diritti, ponendo al centro la questione del reddito per liberare i nostri tempi e per costruirci da soli un futuro che continuano a negarci ostinatamente.

E’ sulla base di questi presupposti che il Teatro del Lido di Ostia, Ex Cinema-Teatro Preneste Liberato gprv, CineTeatro Volturno Occupato e Teatro De Merode hanno, in questi ultimi mesi, provato ad elaborare una piattaforma di contenuti e proposte che intendiamo mettere al centro di una riflessione ampia e di una scommessa collettiva: difendere e continuare a conquistare spazi di cultura libera e indipendente in ogni quartiere, ricordandoci che “Ogni città prende la sua forma in base al deserto al quale si oppone” (Italo Calvino); costruire uno spazio di elaborazione ed iniziativa comune in grado di alimentare nella città una nuova stagione di aggregazione plurale e di movimento.